Racconti erotici: Il solitario ballo del ventre

Appuntamento ogni domenica e lunedì con i Racconti Sexisti di Miss Lucy

E’ un ballo il mio, non una danza, e c’è difficolta a capire questo, ma non è una menzogna. Stento a capire ciò che mi porta oltre e che manca sentire ogni volta che cerco di percepire qualcosa. Mi stanco a pensare che ho il nulla accanto, ma sono ricca dentro di me e della mia bellezza voglio scoprirmi. Nuda di genialità e di voler creare, mi sono assopita dal leggermi dentro, tra l’oscurità e il male. Una Sexista non ha paura di stare sola, anche quando il buio fa tremare. Pazza di idee non posso lodarmi, cerco di andare oltre e passare gli inganni. Ciò che vivo resta con me perchè forse non è arma di peccato, ma voglio essere un petalo, quello delicato che non lascia ombre.

Mi inchino su me stessa per un ballo incantato, mirato al rovescio, ma per un attimo sono immobile, mi guardo allo specchio. Sono stentata a guardare i miei punti e lo stile del mio corpo mi dona giusta vendetta e senza respiri sono qui a saziarmi. Adorata di perplessità ricordo di stringermi e cullarmi, perchè solo io so dare ciò che manca al mio sospiro. Così mentre osservo la mia immobile figura, in piedi cerco di sterdermi ed accogliere la dolcezza che delicata vuole sorprendermi, in circuiti riflessi di inganno.

Desidero la poesia dei miei tocchi, le mie mani che vibrano in superficie di note grigie e lascrime di pudore, le stesse gocce bagnate che non vogliono lasciarmi. Posso parlare con me stessa in un modo lieve e stonato? Posso fare tutto con l’aria del mio senso. Mi muovo, cerco la mia attrazione con pensieri di diverse umanità che eccitano il mio peccato. Le dita sussurano melodie ed io seguo le scie… Maldestra e disattenta ingoio filtri di necessità e mi dedico alla spinta della felicità. Mi stimolo il clitoride, dialogando con la mia “Testa Rossa” che ancora cerca di capire il mio percorso, ma non c’è fretta di andare, sto solo provando un lento cammino. Ci sono solo io e il resto che non parla. A volte le attenzioni non vanno capite e non vanno viste come anima portante di una delusione.

Le mie dita ora sono dentro di me, con me e in me e spingo del mio godere a immaginare di fare sesso con vibrazioni. Mi eccita l’attrazione e perdo i sensi alla mia azione. Non voglio ricordare nulla, solo sentire il bagnato del mio sudore, le stesse gocce di prima che hanno un significato diverso. Spingo dentro di perversa necessità, ho bisogno del mio orgasmo e del mio tradimento.

D’un tratto vorrei che ci fossi tu, non perdere l’occasione di averti ancora, ma la realtà distrugge e tu non sei qui, e le sorprese sono scettri infiniti che non ti danno mai ragione. Il mio corpo nudo si tinge di se, non puoi permetterti di mancare al mio erotismo, non puoi essere così egoista sapendo che hai una donna che aspetta il tuo calore. Non meriti di avere, se pure non tace il tuo volere. Io sono piena di giri, e ansimo di vendetta. Ho sempre la mia alternativa, quella di venire. Ancora spingo dentro e godo a reagire della mia intimità, che cerca sesso a volontà. Non puoi lasciarmi sola a inghiottirmi, resti un misero orgoglio sprecato. Eccomi, ancora e ancora e ancora… l’orgasmo sa di me, dei miei movimenti, dei miei pensieri. Tu non sai di esserci stato, e non ti sei illuso di raggiungermi, non potevi non far crescere ancora moralità. Io conosco la mia sensibilità, quella che non conosci tu.

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