La pornografia è un campo di immense sfumature. I video porno non ne sono l’unica espressione. Talvolta fumetti e libri possono rappresentare addirittura una fonte migliore di quelle classiche messe a disposizione delle persone. Avete mai provato le fan fiction smut?
Poesie e Racconti Erotici
Histoire d’O: dominazione e sesso tornano in libreria
Histoire d’O torna in libreria. Un classico. L’imperdibile per chi ama il BDSM o semplicemente la letteratura erotica. Se c’è un libro che non necessita davvero di presentazione è lui. Sesso estremo e sottomissione: insomma il romanzo erotico più famoso del ventesimo secolo.
Racconti Erotici: La Mistress della porta accanto (terza parte)
Leggi qui la prima e la seconda puntata.
Luigi fissava il monitor, incapace di parlare. Intanto la ragazza che si faceva chiamare MissViolet26 apriva un file dopo l’altro. Documenti, fotografie, perfino le sue email.
«Che stai facendo?» urlò, sopraffatto dalla rabbia. Ma la sua ribellione non sortì alcun effetto nella giovane Cyber-Mistress che gli sorrideva in cam.
«Ancora non hai capito, Luigi? Ora sei mio. Tutta la tua vita appartiene a me. Sei il mio schiavo, la mia puttana…». Miss Violet digitò qualcosa sulla tastiera, e una foto riempì lo schermo. In primo piano si vedeva Luigi, carponi sulla moquette, completamente nudo, ad eccezione del collare di pelle stretto attorno al collo.
Racconti Erotici: La Mistress della porta accanto (seconda parte)
Luigi scartò le prime due Mistress che lo avevano contattato perché le trovava poco attraenti, ma al terzo tentativo rimase senza fiato. La bionda che adesso gli faceva “ciao” dallo schermo era molto giovane e così bella da superare ogni aspettativa.
Si faceva chiamare MissViolet26, e quelle cifre forse indicavano i suoi anni. Ma era giusto una supposizione, perché il suo profilo non dava altre informazioni, né l’età, né il suo vero nome. L’unico accenno alla vita privata di MissViolet26 era che lavorava part-time e studiava informatica.
Racconti erotici: La Mistress della porta accanto (prima parte)
Non appena Luigi sentì il rumore dell’auto che si allontanava, corse alla finestra e guardò giù.
Due piani più sotto, la sua ex aveva appena terminato di caricare in macchina l’ultimo scatolone con dentro la sua roba, e ora filava dritta verso quell’appartamento in centro dove l’aspettava il suo nuovo fidanzato.
Non c’è di che stare allegri, pensava Luigi. In un sol colpo aveva perso non solo una moglie, ma anche la sua Padrona, e questo rendeva tutto più difficile.
Luigi non era certo un ragazzino, ma si teneva in forma e si considerava ancora piuttosto attraente. In più, conosceva un mucchio di donne ansiose di rifarsi una vita. Tuttavia quante di loro avrebbero compreso il suo bisogno di venire dominato almeno una volta al giorno? Nessuna, lui ne era sicuro al cento per cento. Per questo motivo, dopo tre mesi di vita da single, Luigi aveva cercato la soluzione al suo problema nel primo posto che gli era venuto in mente: internet.
Racconti erotici: Post Coito
La prima cosa che fai quando ti alzi dal letto è aprire le tende.
«È per far entrare un po’ di luce» mi dici. Intanto lo fai sempre, anche se sono le cinque del mattino, e fuori è ancora buio. Ti sporgi appena dalla finestra e guardi il mondo che è là fuori. Nel frattempo io guardo te, guardo il tuo corpo nudo, immobile nella penombra. E naturalmente guardo il tuo cazzo, che ad ogni battito delle mie ciglia si solleva un poco, vuoi per abitudine, vuoi per vanità.
Racconti erotici: Gusto Fragola (seconda parte)
Continua da qui:
«Va bene hai vinto. Le chiavi sono nella libreria, il portagioie sull’ultimo scaffale…»
Nessuna reazione, nemmeno un urrà, un canto di vittoria. Marco mi sta fissando, fermo davanti al cassettone. Nella mano destra stringe un pagliaccetto in seta nera, nella sinistra invece ha una scatola di…
«Preservativi» dice. E subito aggiunge «Gusto fragola. Ma che brava.»
Racconti erotici: Gusto Fragola (prima parte)
«Bastardo! Impotente! Frocio!»
Sputo parole senza pensare. Le sputo dritte in faccia al mio ex marito.
Non è una cosa molto saggia, specialmente se il tuo ex è un poliziotto fuori di testa che ti ha ammanettato al letto in camicia da notte e vestaglia. Ma sono troppo incazzata per fare la cosa giusta.
Scrivere racconti erotici, gli errori da evitare
Ci sono tanti tipi di erotismo. C’è l’eros da guardare, l’eros da toccare, e naturalmente c’è l’eros da leggere tutto d’un fiato, sui libri e sui racconti erotici. Scrivere un racconto erotico non è molto diverso dallo scrivere un racconto tradizionale. Non ci sono regole da seguire, basta lasciarsi andare con la fantasia. Ma vista la particolare materia narrativa, con i racconti erotici è più facile cadere nella trappola dei cliché.
Sulla base della mia esperienza ho individuato tre errori che sarebbe meglio evitare quando si vuole scrivere un racconto erotico: le metafore, i termini medici e il sesso stile porno.
Racconti erotici: La crisi [FOOT FETISH]
Forse era imbarazzato, certamente si sentiva stupido a esaudire la mia richiesta davanti a tutta quella gente. Tuttavia, intuii che il commesso non avrebbe rifiutato di massaggiarmi i piedi prima di calzare quel paio di Louboutin che insisteva a farmi provare. Accontentare le clienti faceva parte del suo lavoro, giusto? Poi con questa crisi, non capita tutti i giorni di vendere delle scarpe così costose. Non poteva dirmi di no, se voleva mantenere il posto.
Un po’ a malincuore mi ha sollevato il piede destro e ha cominciato a frizionarlo con le dita, dapprima con delicatezza, poi con mano sempre più sicura. Il ragazzo ci sapeva proprio fare, così mi sono messa comoda sul divanetto del negozio, e ho allungato di più la gamba verso di lui. Quella mattina avevo steso sulla pelle una crema profumata al cocco, facendo scivolare le mani lungo le cosce fino al collo del piede, proseguendo poi sui talloni, senza tralasciare l’interno delle dita. Per concludere avevo preso uno smalto color glicine e l’avevo passato sulle unghie, decorandole alla fine con dei glitter che adesso brillavano sotto il suo naso. Quel profumo e quel colore avevano sul commesso lo stesso effetto di un’esca per i pesci. Il suo respiro si era fatto più lento, le sue carezze più profonde. Potevo indovinare facilmente a cosa stava pensando, e quanto gli sarebbe piaciuto avvicinare la bocca al mio piede per succhiarmi l’alluce bene adornato. Ma era lui che doveva compiacere me, e non il contrario. Così gli ho tolto il giocattolo dalle mani, e gli ho ordinato di passare all’altro piede.