Un libro per dire, fare, l’amore

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Devo ammettere che non ho mai nutrito molta simpatia né per i libri autoprodotti, né per gli autori che si nascondono dietro uno pseudonimo, per due motivi. Il primo si basa sulla costatazione che molte autoproduzioni letterarie sono caratterizzate da una bassa qualità di scrittura. Il secondo, invece, è più squisitamente personale. Anche io scrivo, e su ogni racconto o romanzo, bello o brutto, ci ho sempre “messo la faccia”, insomma la mia firma, nero su bianco. Ma per ogni cosa c’è sempre l’eccezione che conferma la regola, come nel caso di questo piccolo, prezioso libro dal titolo “Dire, fare l’amore”. L’autore si chiama Marco, ma in rete è più conosciuto come Inachis Io.

Inachis Io è il nickname di un professionista dell’editoria, uno di quelli che chiameremo “addetti al settore”, uno che narra di desideri forse incompatibili con l’immagine seria di chi lavora in campo editoriale. Inachis Io, infatti, è anche il nome di una farfalla, simbolo di leggiadria e libertà. Proprio la libertà, intesa come respiro ampio dell’Eros, è il filo conduttore delle storie che compongono “Dire, fare l’amore”, frizzanti racconti post-erotici nati sull’omonimo blog dell’autore.

I racconti sono deliziosi, invitanti come può esserlo un cibo raffinato da consumare senza fretta. Sono post-erotici perchè vanno consumati piano, con quella “mollezza” tipica che pervade i sensi dopo l’orgasmo. Sono parole di un uomo che si dice stufo di tutto questo sesso esibito, gonfiato, sparato in loop nelle orecchie come se fosse una canzoncina da iPod.

Niente sesso volgarmente esibito, niente stereotipi da film hard, ma un erotismo insinuante che fa presa e dà calore al corpo, riscaldandolo, preparandolo all’amplesso, letterario e non. Dire, fare l’amore, insomma, è un libro da leggere insieme per regalarsi un’emozione, una piccola trasgressione, e si può ordinare cliccando qui.

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