Prete cura omosessualità con la pet therapy

Abbiamo scritto “pet therapy” ma, in realtà, sarebbe stato più specifico e corretto scrivere “horse therapy”. Sì, perché il prete, o come ama definirsi lui, “il conversore di anime”, è noto per aver inventato una cura molto speciale, una terapia che vedrebbe i meravigliosi equini come protagonisti.

Il Pastore Raymond Bell, funzionario di una chiesa della California, avrebbe infatti inventato un metodo unico al mondo, una serie di indicazioni infallibili per portare sulla “retta via” ogni uomo che si senta sperduto in una sessualità omosessuale e quindi non accettabile.

Il Pastore, intervistato da molte riviste omosessuali cartacee e virtuali, avrebbe così spiegato le sue credenze:

EAP (Equine Assisted Psychotherapy) può aiutare tutti coloro che stanno vivendo una vita omosessuale. La prima credenza da combattere è che l’omosessualità sia legata alla genetica o a un fatto ereditario, una leggenda metropolitana che vorrebbe gli omosessuali già “segnati dalla nascita”. L’omosessualità è, invece, una malattia vera e propria, una malattia incurabile con le medicine ma trattabile con una cura specifica.

Ma in che cosa consisterebbe la cura tanto sponsorizzata dal buon vecchio Pastore? Secondo l’originale ministro del Signore, basterebbe accarezzare e passare del tempo con i cavalli più docili per far passare a ogni uomo la voglia di accoppiarsi con uno stallone metropolitano, una cura semplice realizzabile da ogni uomo che abbia la fortuna di trovare un ippodromo o una stalla vicino casa.

Neanche a dirlo, la terapia ha fatto infuriare (e divertire) gli omosessuali ed eterosessuali di tutto il mondo e non è escluso che, prima o poi, qualche burlone non scelga di inventare manifestioni e dimostrazioni di vario genere. Noi di Cooletto, meno diretti, non vogliamo entrare nei particolari ma siamo sicuri che voi, attenti lettori, non abbiate potuto fare a meno di riportare alla memoria quella folle scena che ritraeva una nota ex pornostar con l’aitante equino. Avete capito quale? E meno male che i docili cavalli avrebbero dovuto “annientare” ogni desiderio…

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