Racconti Erotici: Azzurra (II parte)

Continuano le avventure di Azzurra ora alle prese con uno strano rapimento.

Era svenuta. Ma piano piano il buio svanì. Le immagini si fecero più nitide.
Vedeva l’armadio davanti al suo letto, non riusciva a muovere le le braccia, né a divaricare le gambe. Cercò di dire qualcosa ma si accorse di non riuscire neanche a muovere le labbra. Era bloccata a letto. Ora cominciava a ricordare; capì la situazione in cui era.
“Allora ti sei svegliata principessina…”
Una voce femminile veniva dalla porta. Una donna bionda stava lì, poggiata allo stipite, con un bicchiere d’acqua tra le mani.
“Credevo di doverti svegliare io… beh, fa niente, è uguale…” Versò comunque l’acqua in testa alla ragazza…
Azzurra voleva gridare, ma qualcosa glielo impediva, era nastro adesivo.
“Non mi riconosci? Sono Sara.”
Azzurra adesso era cosciente. Sì, era proprio Sara, la sua amica. La conosceva fin dai tempi della scuola. Ma che voleva da lei? Perché si comportava così?
“Sgualdrina, ti ho visto sai? Mentre parlavi col mio fidanzato. Ho visto gli sguardi che gli lanciavi. Mi sei sempre stata antipatica, con tutte le arie che ti davi, ma adesso sei in mio potere.”


Azzurra cercò di divincolarsi, ma le mani rimanevano legate alla spalliera e vide che i piedi, quei suoi bellissimi piedi erano legati insieme e non riusciva a liberarsi.
Lanciò un paio di urli soffocati.
“ZITTA! Nessuno può sentirti, e nessuno potrà salvarti da quello che ho in mente.”
Si avvicinò al letto e passò una mano sulla pancia di Azzurra che cominciò a tremare.
“Oh principessina…”
La donna le prese i piedi.
“I tuoi piedi sono veramente bellissimi sai? Oh, sì che lo sai. Fai la figa sin dal liceo.”
Sara cominciò a farle il solletico alle piante, e Azzurra cercò di scalciare, di divincolarsi.
“E’ tutto inutile, zucchero.”
Il solletico diventò presto insopportabile, Sara cominciò a graffiare per poi fermarsi.
“Vediamo un po’…”
Prese i piedi e diede dei piccoli morsi alle dita, poi ai lati.
Azzurra non lo sopportava più. Lanciò un altro urlo, ma anche questo venne soffocato dal nastro adesivo.
“Devo ammetterlo, i tuoi piedi sono una favola, vediamo il resto del corpo…”
Azzurra era nuda. Immediatamente si ritrasse, ma i legacci la costringevano a subire le fantasie della ragazza.
“Oh, non preoccuparti. Non sarò solo io…”
Sara andò nell’altra stanza, e quando tornò era in compagnia de quell’uomo che aveva così tanto colpito Azzurra.
“Che ne dici Simo? Mi aiuti a fargliela pagare?”
L’uomo cominciò a spogliarsi, in maniera teatrale, e Azzurra non riusciva a staccare gli occhi dal suo pene eretto.
“Adesso ci divertiamo”, disse Sara. Poi si tolse i vestiti e si mise sopra Azzurra che voltò la testa verso il comodino chiudendo gli occhi. La mano della donna le strizzò le guance e la costrinse a guardarla in viso.
“Lo capisci? Stanotte TU SEI MIA.”
Sara le tolse il bavaglio, ma prima che Azzurra potesse gridare, Sara le copri la bocca con la mano.
“Ehi, zucchero… sssssh…” Poi tolse la mano e la baciò. Azzurra chiuse la bocca, ma dovette arrendersi al suo bacio e accolse la lingua di lei. Il ragazzo salì sul letto, Sara staccò le labbra e rimise la mano, poi il nastro adesivo. Scese dal letto e si sedette su una poltrona mettendo i piedi nudi vicino al volto di Azzurra. Simone slegò i piedi e divaricò le gambe. Azzurra sbarrò gli occhi, cercò di divincolarsi ma poi ebbe un sussulto. Simone la cavalcava, ed Azzurra era in preda ad un curioso miscuglio di panico ed eccitazione. E poi c’era Sara. Sentiva che gli occhi di lei le stavano incollati addosso, e tutto questo… Tutto questo le dava piacere.
Di scatto, Azzurra si voltò verso destra e si trovò schiacciata dai piedi di Sara.
“Ti piacciono vero?”, disse la donna.
Azzurra non aveva scampo. L’eccitazione era sempre più forte. Prima Simone, ora anche Sara.
Azzurra non ce la faceva più.
Venne, tremando di paura e di piacere.
“Pensi che sia tutto qui?” disse Sara, mentre continuava ad osservarla.
La donna aveva in mano un vibratore. Lo accese.
“Questo è un piccolo regalo, principessa…”
Azzurra emise un mugugno, mentre i suoi occhi già si appannavano dal piacere…

Un rumore.
Uno squillo.
Il suono del telefono la fece sobbalzare.
Azzurra aprì gli occhi e si guardò attorno. Era sola. Il suo corpo era ancora immerso nell’acqua della vasca. Le sue dita, erano ancora infilate per metà nel fiore aperto della vagina. Il sonno l’aveva colta mentre era sul punto di dare sfogo alle sue fantasie. Eppure, si sentiva ugualmente appagata.
Era stato solo un sogno. Un intrigante, bellissimo, sogno.
Maledetto telefono, l’aveva svegliata sul più bello.
Azzurra andò a rispondere.
“Pronto?”
Dall’altro capo, riconobbe la voce di Sara.
“Azzurra, scusami. Ti ho disturbata? Sai, ti volevo dare una notizia bellissima. Ti ricordi di Simone? Ci siamo fidanzati!”

[photo courtesy: Barbarella]

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