Appuntamento ogni domenica e lunedì con i “Racconti Sexisti” di Miss Lucy
Me ne stavo tranquilla, a fare il mio lavoro liturgico di catturare impressioni. Quando ricordo Fabio mi vengono i brividi. Io sono solo una giornalista che cerca di scrivere articoli interessanti e di avere una lode in merito, ma ancora la strada è tanta da fare. Fabio è un mio collega, un ragazzo alto più o meno 1 e 80, moro, occhi scuri, belle labbra e magro. Non so se abbia un fisico muscoloso, indossa sempre camicia, giacca e cravatta con pantaloni e scarpe nere. Non si intravede un minimo di pancetta, quindi suppongo che abbia un fisico comunque bello da vedere e toccare. Non mi sono mai piaciuti i bellocci e perfetti, ma lui mi ispira tanto sesso e sinceramente sono 4 mesi che sto a secco e per me è tanto.
Io sono alta 1 e 70 circa, i miei capelli sono lunghi castani e lisci, i miei occhi riflettono di colore azzurro. Sono magra con una seconda di seno. A me piacciono le mie tettine proporzionate al mio fisico.
Fabio è molto schivo, non ci vediamo sempre, lui è spesso in giro , io sempre in ufficio. Non so se sia fidanzato. A me piace molto. Sono timida e cerco di farmi accorgere. Spesso quando lo vedo mi bagno, è una sensazione di rilassamento proficuo, teso a cospargere versi di volere un qualcosa che per ora non c’è.
Non so se lui mi abbia notata, ci salutiamo come facciamo con tutti. Io ultimamente indosso gonne e vestitini cercando di catturare attenzione. Ma rimedio attenzione pesante solo da Rodolfo, un uomo di 45 anni con tinta ai capelli, baffetti neri e un pò di pancetta. Divorziato con due figlie, arrapato una cifra . Ho pensato molte volte di fare sesso con Rodolfo, aspettando Fabio, anche se non mi piace, ma potrei fare del buon sesso selvaggio. Io ho 30 anni, Fabio non so quanti ne ha, ma più di me.
Un giorno ricordo che Fabio mi chiese un parere su una foto, io non sapevo cosa dire e mi sentivo abbastanza cretina. La mia attenzione era rivolta al suo essere li vicino a me. Quasi un angelo che si accorge in quell’istante di te, un’occasione che non può ripetersi sempre nel tempo. Mi era andato più volte lo sguardo nei suoi pantaloni. “Stasera faccio sesso con Rodolfo, ho deciso” …e l’ho fatto. Rodolfo mi ha sempre guardata con occhi da maniaco peloso, una sera uscendo dall’ufficio mi invita a cena per l’ennesima volta e accetto. Lui tutto sicuro di se mi tratta da principessa. La patata ha l’oro in bocca, lo so. Andiamo con la macchina sua in un ristorante che conosce. Finita la cena tra battute e sorsi di vino, appena siamo in macchina inizia a guardarmi e a intraprendere un discorso intrecciato, quasi sembrava nascondersi dal maniaco che era.
Io annoiata ed eccitata rido e mi avvicino a lui e d’istinto anche un pò ubriaca gli prendo la mano e la porto sulla mia coscia, avevo un vestitino rosso fiammante. Lui più infuocato del mio vestito mi tocca con possenza e perplessità “quasi”. Mi bacia e arriva con la mano alle mie mutandine, io ero bagnatissima e sentivo la sua lingua toccare la mia. Vado con la mia mano in mezzo ai suoi pantaloni e inizio ad accarezzare e a sentirlo duro e grande. Ho sempre avuto il timore di chi ce l’ha grande, ma il dolore resta un piacere miserabile di astuta follia. Lui inizia ad accarezzarmi ovunque mentre io glielo tiro fuori di prepotenza. Inizio a succhiarlo mentre lui mi tocca la schiena e il sedere, non so quanto ci sia stata ma l’ho fatto venire.
Alzo la testa e vedo lui, una persona che non mi appartiene, porco e voglioso che quasi per un attimo mi disgusta. Mi era venuto in bocca , ora volevo che mi scopasse la mia patatina “Testa Rossa” e farmi venire. Continuo ad accarezzarglielo per farlo diventare ancora duro e poi gli salgo sopra e me lo infilo dentro. Io ero un fiume in vortice , lui un cavaliere errante. Inizio a cavalcarlo, sopra, con la schiena curva verso di lui e urlo di dolore, e il mio ritmo da adagio si fa andante poi allegro e crescente. Sento una sinfonia simbolica di restaurazioni di Bach. Godo soprattutto di dolore, ma la mia mente è rivolta al piacere.
Non riusciamo a venire insieme, io vengo prima di lui. Il mio disgusto era tedìoso e affascinante, un fremito di donna appagata e miserabile mi faceva discutere sullo stato e sull’essere. Nulla era delicato e importante, solo il sesso ci dava ragione. Mi ricomposi, avevo ancora le mutandine, tutte di lato. Lui si asciugava mentre io volevo fuggire. Gli ordinai di portarmi alla mia auto e lui mi fece capire che voleva continuare. Io negativa di risposta lo fulmino con lo sguardo. Lui obbidiente come uno schiavo saziato mi riporta alla mia auto convinto che avremmo fatto questo giochetto ogni sera. Io di fretta scesi dalla sua auto e salgo sulla mia.
Io e Rodolfo facciamo sesso quando va a me, non tutte le sere. Mi piace far salire fino allo stremo la mia voglia di fare sesso per poi essere accontentata. Bere la stessa acqua non disseta una clessidra. Il tempo è un margine di controllo che puoi controllare e far straripare.
Aspetto Fabio che mi ha reso instabile e misera…
[N.d.a. Potete leggere altri miei “Racconti Sexisti” o acquistare il mio libro “Diario di una Sexista” sul mio blog]