Sbiancamento anale, cos’è e come funziona

La reticenza e il pudore inducono uomini e donne a trascurare interventi estetici di qualità come lo sbiancamento anale che gli esperti considerano tra i trattamenti più richiesti dell’ultimo periodo. In cosa consiste, come funziona e quando è opportuno farlo?

Lo sbiancamento anale è un intervento che è sempre più richiesto tra uomini e donne di tutto il mondo per scopi esclusivamente estetici. In alcuni paesi avviene attraverso l’applicazione di un’apposita cream che però attualmente è illegale in Italia perché composta da elementi chimici considerati cancerogeni.

Ma c’è anche un trattamento medico dello sbiancamento anale avviene invece con un apposito laser che emette un raggio a base di anidride carbonica e brucia gli strati superficiali di pelle scuriti attorno all’ano. È un trattamento particolarmente doloroso, per questo avviene in anestesia locale.

Visto il dolore la cui percezione è attutita dall’anestesia ed è comunque soggettiva, ci si chiede se esistano trattamenti intermedi e comunque efficaci. Riportiamo ciò che ha chiesto una cliente interessata al trattamento ai medici del portale GuidaEstetica, un sito interamente dedicato alla medicina e chirurgia estetica: l’utente racconta come a causa di una cura a base di cortisone nella zona anale, si sia accorta poi di avere la pelle troppo scura e sgradevole alla vista del patner. Dopo aver consultato il dermatologo di fiducia, che le ha consigliato la crema kelairon, ha espresso i suoi dubbi anche online, in cerca di ulteriori pareri professionali.

Ecco la risposta di un dottore su Guidaestetica:

il Kelairon potrebb24e migliorare la situazione, vale la pena provare; in caso contrario il trattamento risolutivo è lo schiarimento mediante tecniche combinate di peeling e laser.

Il consiglio è quindi di provare tutte le strade, da quella più semplice ma meno sicura a quella più complessa ma efficace!

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