Racconti erotici: Il tempo colpisce ancora (Prima Parte)

Appuntamento ogni domenica e lunedì con i “Racconti Sexisti” di Miss Lucy

La conosco da tempo, ci scriviamo e ci siamo viste alcune volte nelle mie visite di lavoro nella sua città. Lei è una modella, io una giornalista e una volta l’ho anche intervistata. Mi sfuggiva capire il suo legame per me e ne fuggivo al fuggire. Lei è indubbiamente una bellissima donna e molto intelligente, e stranamente le nostre conversazioni sono più rivolte all’arte che ad altro. Dialogo con tutti ma sono anche molto schiva, ho paura a relazionarmi con gli altri e non sono invadente. In passato ero quella che faceva sempre il primo passo, anche ora ne faccio, ma indietro, o per niente o mi blocco. Lei sembrava essere molto interessata a me, ma non me ne curavo. Non credo che nessuno sapesse che fosse lesbica, ma neanche io lo sapevo. Era sempre circondata da uomini, mi attraeva la sua determinazione di donna, e la sua estrema sensualità e femminilità.

Mi invita a una festa dove lei istalla anche una performance da cubista con un finale mirato a effusioni lesbo con un’altra ballerina. Io stavo plagiando il mio stato con il mio amato whiskey, e notavo che lei mi cercava con lo sguardo, forse anche per essere sicura che notassi la sua provocazione. Mi trovo a parlare con due tipi molto eleganti, e mi distraggo nell’attenzione. Non mi stavo divertendo e me ne sarei andata non appena qualcuno avesse messo un punto alla conversazione, ma vedendo che nessuno lo faceva, mi sono mostrata io a chiudere il discorso. Composta nella mia educazione, vado a salutarla, ringraziandola dell’invito, lei appare infastidita e nervosa e cerca di trattenermi. Io me ne vado. Mi segue all’uscita e inizia a parlare, irritata del mio comportamento, del fatto che non colgo il suo egocentrismo, il suo sedurmi e il non rispettare il suo essere donna. Stava esagerando, forse da me si aspettava un corteggiamento, o qualche segnale, e io davo solo fumo. Se ne va, me ne vado.

Gallery bondage tickling

Noi di Cooletto abbiamo già accennato al solletico erotico, o tickling, come ad una forma di tortura lieve che ha avuto origine nel medioevo. Il solletico era praticato soprattutto alle donne, che venivano denudate e immobilizzate mediante corde o catene. Il passaggio da supplizio a gioco erotico, ha visto la diffusione del tickling soprattutto nella scena fetish, che ha introdotto la tortura erotica come preliminare sadomaso.

La gallery che vi presentiamo oggi, dimostra come il tickling sia di frequente associato al bondage.

Gallery lesbo, provocazioni al femminile

Continuando l’articolo di ieri sull’argomento della tanta curiosità per il mondo lesbo, sembra che questa attrazione sia dovuta dal fatto che l’universo femminile è sicuramente più provocatorio e interessante di quello maschile. Quante di voi donne hanno mai pensato o fantasticato su un bacio, effusioni o sesso con un’altra donna? E quanti di voi uomini hanno desiderato di fare sesso con una lesbica o essere nello stesso letto con due lesbiche? Alcune persone hanno esaudito i loro desideri, altre preferiscono non osare. Lesbiche si nasce o si diventa? Tutte e due. E’ bene puntualizzare che una donna che va con un’altra donna non vuol dire che sia completamente lesbica. Il sesso è la libertà di agire con i propri pensieri, si può essere attratte da una persona in particolare, si può aver voglia di provare, oppure qualcuna con il tempo si rende conto di essere, seriamente, solo attratta da donne. Se si nasce lesbica ci si accorge già da bambina.

Perchè il mondo lesbo attrae così tanto?

Potrebbe essere una domanda da un milione di dollari, ma è difficile scoprire il vero motivo di tanta attrazione e eccitazione verso il mondo lesbo. Gli uomini farebbero di tutto pur di guardare effusioni di lesbiche o fare sesso con loro, e tra le donne ce ne sono molte che sono intrigate dall’opportunità di provare l’intimità con un’altra donna. Per qualcuno il movimento lesbo si è diffuso solo ultimamente, per altri è una moda, per altri ancora c’è sempre stato. In ogni affermazione c’è una mezza verità se facciamo alcune riflessioni.

Ultimamente si usano scene lesbo per far salire l’audience in tv o semplicemente per vendere meglio un film, attrici perfette nei ruoli, riescono a ipnotizzare qualsiasi fascia di pubblico, quindi si ha l’impressione che il lesbo stia nascendo ora. La moda la si crea con avvenimenti e quindi il susseguirsi di fatti concreti, e molte donne famose, soprattutto in America, non hanno il timore delle loro continue provocazioni saffiche o nel fare “coming out” (dichiararsi apertamente), come ad esempio i baci di Madonna con modelle, fan e cantanti, la coppia formata dall’attrice Lindsay Lohan e la dj Samantha Ronson, il matrimonio tra la presentatrice americana Ellen DeGeneres e l’attrice Portia de Rossi, la relazione lesbo dell’attrice Jodie Foster e altre. Il lesbo c’è, e c’è sempre stato fin dai secoli passati. Ma cos’è che scatena tanta curiosità?

Meglio gay o meglio omosessuale? Le parole giuste per dirlo

I termini eterosessuale e omosessuale vengono utilizzati raramente nel discorso comune. Più spesso le persone fanno a ricorso allo slang, al gergo, a parole o termini che però possono essere anche offensivi, se rivolte a chi pratica una sessualità non regolata da canoni ecclesiastici. Con il passare dei secoli, le parole usate per indicare chi è omosessuale, e i termini che gli stessi omosessuali utilizzano per parlare di se stessi, sono molto cambiati. Questi cambiamenti sono importanti per dirci come lesbiche e gay vivono la loro vita e cosa pensano di se stessi, così come sono importanti per capire le relazioni sociali che si sviluppano attorno e dentro la comunità gay.

Il termine “omosessuale” risale all’epoca vittoriana, e veniva utilizzato per indicare chi si sentiva attratto dagli individui del suo stesso sesso, ma all’epoca era anche sinonimo di disordine mentale e comportamento deviato. Perciò, tra gli anni cinquanta e sessanta, uomini e donne omosessuali decisero di adottare il termine “gay” per definire la propria sessualità. Gay stava a significare gaio, cioè felice, allegro. In questo contesto, l’omosessualità non veniva più associata ad un comportamento negativo, ma ad una positiva e orgogliosa presa di coscienza della propria identità.

Oggi, il termine lesbica è utilizzato in relazione alle donne omosessuali e deriva da Lesbo, il nome dell’isola greca in cui la poetessa lesbica Saffo aveva vissuto. “Straight” invece è più usato in lingua anglosassone, per indicare un individuo eterosessuale.

Polvere magica: ecco la seconda parte del racconto

Dopo la prima parte del nostro racconto, arriva la continuazione.

Sono trascorsi appena tre giorni dalla sera in cui Giusy ha prodotto le sue avance.
Stasera sarò di nuovo in turno con lei.
Ancora non so come comportarmi in sua presenza.
Perché ho lasciato che mi toccasse i seni?
Perché?
Perché le ho lasciato credere di accettare le sue avance?
Per timidezza?
Per curiosità?
Non so nemmeno da che parte si cominci a fare all’amore fra donne.
Mi resta invece la consapevolezza del turbamento che ha provocato su di me la mano che ha posato sul mio seno.
Una cosa però l’ho fatta.
Assurda, ma l’ho fatta.
Me l’ha insegnata un medico specialista nel periodo in cui prestavo servizio in radiologia.
Tempo fa mi ha fatto dono di una polverina fluorescente, credo sia tungstato di calcio.
La sostanza ha la proprietà, quando è colpita da radiazioni, anche invisibili come lo sono i raggi X o gli ultravioletti, di emettere una luce azzurrina.
E’ su questo principio che in radiologia sono impressionate le pellicole radiografiche.
Stasera prima di venire al lavoro ho preso cura del mio corpo.
Ho eseguito la ceretta alle gambe.
Mi sono rasata con dovizia i peli superflui attorno alla passerina ed ho cosparso sui peli intorno alle grandi labbra un poco di quella polvere invisibile.
Così ho voluto rendere la mia fichetta più “interessante” agli occhi di Giusy.

Polvere magica: una storia d’erotismo in tre parti

Continua la nostra incursione nell’erotismo con un nuovo e peccaminoso racconto, selezionato per voi amici di Cooletto, dai migliori blog e newsgroup specializzati.


Polvere magica.

  • prima parte

Assunsi la decisione di fare l’infermiera il giorno in cui vidi mio fratello, allora dodicenne, appartarsi con alcuni coetanei dietro la legnaia di casa e masturbarsi.
Si misero seduti sull’erba del prato.
Formarono un cerchio e iniziarono a confabulare fra loro.
A quel tempo ero una bambina ed incuriosita dal loro modo di fare andai a nascondermi dietro il fusto di un grosso albero e rimasi ad osservarli, senza capire di preciso cosa stessero combinando.
Uno dopo l’altro si slacciarono la patta dei pantaloni e tirarono fuori il pisello.
L’impressione che ne ebbi fu di un rituale magico, tanto mi appariva misteriosa la cosa.
Poi, ad un comando di quello che fra loro sembrava essere il capo del gruppo, iniziarono a toccarsi.
La scena m’incuriosì a tal punto che ancora oggi ne porto vivo il ricordo insieme a poche altre cose che hanno segnato la mia vita.
Quella, infatti, fu la prima scena di sesso cui mi capitò d’assistere.
Dal concitato parlare dei ragazzi intuii che si trattava di una gara il cui vincitore sarebbe risultato chi fra di loro avrebbe eiaculato per primo nel prato.
Nonostante mio fratello fosse il più giovane d’età, aveva l’uccello più sviluppato rispetto a quello dei suoi compagni e si aggiudicò la competizione dopo pochi tocchi di mano.
In quella occasione provai una certa invidia nei suoi confronti e dei compagni di gioco.

Racconti Erotici: Folle Imperfetto (parte II)


Dopo il primo assaggio ecco la seconda parte del nostro racconto erotico.

Sei bella da togliere il fiato.
Vorrei urlartelo, violentarti gli orecchi ora ipersensibili, ma so che la voce mi si romperebbe in pianto e svilirei tutti i miei sforzi, tutti gli espedienti di queste settimane. Afferro le tue cosce con entrambe le mani e stringo fino ad avere le nocche bianche. Gridi, balbetti, più per la paura di ciò che potrebbe accadere che per il dolore. Apro le mani, allungo le dita e ti graffio crudele, rigando la tua pelle sottile di fata perfetta, incolume; arrabbiata, ti mordo più volte cercando il sapore del sangue, ma senza riuscirci. La mandibola frena un attimo prima di ferirti: il cuore, maledettamente debole, piega ogni mio gesto rendendo la mente molle. Appoggio la fronte madida sul tuo pube rasato e respiro a fondo, stordita; sono libera e ti ho tra le mani, ma sono legata da corde invisibili. Alzo gli occhi e per un attimo mi sembra di vedere il sorriso beffardo del mio destino, lì, a galleggiare sulle tue labbra piene. Allungo il braccio e con il medio te le sfioro leggera; tu sorridi, ormai consapevole del tuo potere, incredibilmente forte nonostante la forzata immobilità.