Vittoria Risi alla Biennale. Un tripudio di… grazie

Prendi la Biennale di Venezia, Vittorio Sgarbi e Vittoria Risi. Mixali insieme ed avrai ovviamente  un evento imperdibile e chiacchierato. Ineluttabilmente unire questi fattori all’interno di una opera d’arte porta al successo, ed al passaparola.

E’ quello che è successo al padiglione Italia gestito dal noto critico d’arte ed alle opere poste al suo interno, Vittoria Risi compresa.

L’amicizia tra i due è nota, come la passione per l’arte della attrice pornografica, tra le altre cose, pittrice con all’attivo diverse mostre. Se a tutto questo si aggiungono le sedie multicolori di Gaetano Pesce, e su una di esse la bella Vittoria nuda come mamma l’ha fatta, è inutile dire che oltre all’affluenza sale anche la temperatura.

Considerando una comparsata del cantate Elio vestito da San Francesco, il successo non poteva che non essere assicurato.  Due le sedie dell’artista. Una con sopra Vittoria e l’altra con un altrettanto bello e ben fatto modello. I due, ovviamente seduti in modo da non mostrare tutta la grazia al loro concessa al fine di non scioccare gli astanti hanno avuto il loro bel da fare per sottrarsi all’attenzione di alcuni visitatori che invitati  a “toccare” da un invito ben preciso che riguardava però le sedie, si sono lasciati andare a palpatine tutt’altro che artistiche. Alle quali seguiva il suono di una voce registrata che diceva: “Vietato toccare, io sono un’opera d’arte!”

Come la si voglia vedere, ascoltando i resoconti dell’evento non si può fare a meno di pensare che l’attrice in questione, sebbene generosa nelle forme non appaia mai volgare ed in grado di divenire tutt’uno con l’opera in questione. Ancora una volta Vittorio Sgarbi, nel suo modo visionario di intendere l’arte ci ha visto giusto, regalando all’artista Pesce quel pizzico di visibilità in più che merita ed a tutti noi qualcosa di cui sparlare. Ancora una volta.

 

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